Ancora un minuto, biascico.
Sento la croce di ferro poggiata sul mio sterno. È un sollievo, il freddo che brucia sulla pelle.
La luce filtra le grate. Mi alzo e esco.
Guardo la forca. Ondeggia piano.
Lo guardo sospeso, col capo chinato, e come ogni altro lí non posso piangere.
Lo fisso immobile, lo fisso con invidia. Almeno per lui è tutto finalmente finito.
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